mercoledì 24 febbraio 2016

Proposte per l’Osservatorio Rifiuti Zero del Comune di Terracina

Proposte per l’Osservatorio Rifiuti Zero del Comune di Terracina

by supermarco
Abbiamo letto sulla stampa locale che si è insediato l’Osservatorio Rifiuti Zero del Comune di Terracina.
Accogliamo con piacere questa notizia e ne approfittiamo per fornire dei suggerimenti operativi.
Preliminarmente, però, è doveroso fare tre premesse, anche perché un Social Forum non può non seguire, nelle sue analisi, il famoso slogan “Agire localmente e pensare globalmente”. Agire localmente, MA pensare globalmente.
Prima di tutto, la Strategia Rifiuti Zero è un concetto già superato, esattamente come l’idea di “sviluppo sostenibile”, ancora portato avanti da ambientalisti ed umanisti locali come un vessillo assolutamente non ammainabile, sebbene sia stato superato nell’analisi da concetti e realtà come la decrescita, l’economia condivisa (sharing economy), la resilienza, ecc.
Adesso, infatti, a livello internazionale, si parla sempre più diffusamente di economia circolare, la quale non prevede e non può prevedere rifiuti: tutto ciò che viene realizzato comporta dei sottoprodotti o del materiale di scarto che può essere di nuovo riutilizzato.
Concetto più esteso, quello di economia circolare, rispetto a “rifiuti zero”, perché comprende i processi produttivi (i quali possono e devono essere modificati proprio per evitare gli sprechi e la produzione di rifiuti, nonché favorire il recupero delle materie prime), e ciò porta automaticamente ed inevitabilmente alla seconda premessa: i rifiuti prodotti in un anno dalle famiglie italiane, i cosiddetti rifiuti solidi urbani, sono meno di un terzo rispetto ai rifiuti industriali, e sono infinitamente meno pericolosi per l’ambiente e per la salute rispetto a questi ultimi.
Riteniamo sempre opportuno rimarcare questa distinzione tra rifiuti delle famiglie e rifiuti industriali, perché ancora tantissime persone, in Italia, sono convinte che i campani siano degli ignoranti che non sanno o non vogliono fare la raccolta differenziata, quando è risaputo tra gli addetti ai lavori che l’emergenza rifiuti del 2007 fu dovuta al fatto che le discariche presenti in quella regione per la raccolta dei rifiuti urbani si erano saturate prima del tempo, a causa dei continui e reiterati sversamenti illegali al loro interno di rifiuti industriali provenienti dal Nord Italia, ma anche dall’Europa.
Sempre ammesso che si sia trattato solo di sversamenti di rifiuti industriali, dato che la Campania è piena di basi militari USA e NATO. Il Centro Radar NATO a Licola, tra l’altro, è stato realizzato dal boss dei Casalesi Michele Zagaria, e la storia insegna che gli statunitensi troppo spesso hanno intessuto “relazioni pericolose”, come, ad esempio, con Cosa Nostra prima, durante e dopo lo sbarco in Sicilia del 1943 (relazione pericolosa di cui continuiamo ancora a pagare le conseguenze).
Ma quando si tratta di rifiuti militari, in primis nucleari, ci s’incammina inesorabilmente in un rischioso campo minato nel quale la fanno da padroni i servizi segreti. D’altronde, la via africana verso Mauritania e Somalia per quegli smaltimenti era diventata ormai impraticabile, per cui rimanevano come uniche soluzioni immondezzai terrestri in Campania ed immondezzai marini nel Mediterraneo (le famose “navi dei veleni” di cui parla il pentito di ‘ndrangheta Francesco Fonti e che sono costate la vita al capitano di corvetta Natale De Grazia – chissà se sulla figura di quest’ultimo vedremo mai realizzata una fiction televisiva...).
La terza premessa concerne la direttiva comunitaria 98/2008/CE, la quale, all’articolo 4, stabilisce la gerarchia dei rifiuti, ossia l’ordine di priorità in materia di gestione dei rifiuti.
Tale gerarchia prevede:
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
e) smaltimento.
Come si può notare, riciclaggio e smaltimento non sono al vertice della gerarchia, mentre al primo posto c’è la prevenzione.
A questo punto le domande sorgono spontanee, quasi obbligatorie: il Comune ha aderito alla Strategia Rifiuti Zero, ma la applica al proprio interno?
Viene effettuata la prevenzione dei rifiuti nell’ambito dell’Ente?
Si fa la raccolta differenziata nelle sedi comunali?
Si usa la carta riciclata per gli atti amministrativi e per stampare documenti?
I dipendenti sono stati formati sull’utilizzo delle nuove tecnologie (ad esempio, la posta elettronica), per consentire la dematerializzazione dei documenti?
I dipendenti comunali sono stati sensibilizzati a non sprecare carta, a stampare il meno possibile oppure a stampare fronte-retro, a scrivere appunti sul retro delle stampe e delle fotocopie che non servono?
Dato che il toner di fotocopiatrici e stampanti è un rifiuto speciale, nei computer dell’Ente viene utilizzato il carattere “Ecofont” per ridurne il più possibile il consumo? (Il software Ecofont, molto semplice da installare e da utilizzare, realizza caratteri di stampa con appositi forellini che consentono di risparmiare fino al 50% di toner.)
I bicchierini di plastica di cui sono provviste le macchinette distributrici di caffè ed altre bevande, vengono sciacquati e poi riciclati correttamente? (E in tali macchinette si utilizza caffè del commercio equo e solidale?). I bicchierini in questione sono in plastica biodegradabile?
Non è il caso di stabilire che all’interno degli uffici comunali non ci sarà più caffè prodotto con capsule, come ha fatto recentemente il Comune di Amburgo?
I dipendenti comunali sono stati sensibilizzati a portarsi il thermos col caffè da casa, utilizzando poi tazzine in ceramica anziché i bicchierini di plastica usa e getta?
I dipendenti comunali sono stati sensibilizzati a spegnere luci ed apparecchiature elettroniche quando, a fine giornata lavorativa, escono dagli uffici? (L’energia elettrica, ahinoi, viene ancora prodotta in larga parte da combustibili fossili, che producono scarti di produzione e rifiuti speciali altamente inquinanti e difficili da trattare.)
Che cosa viene fatto nelle sedi comunali (per gli stessi motivi del punto precedente), per migliorare risparmio energetico ed efficienza energetica?
È stato nominato l’energy manager a cui affidare compiti di gestione energetica ed ambientale, così come previsto dalla legge n. 10/1991?
Per le pulizie delle sedi comunali, vengono utilizzati prodotti naturali? (Anche in questo caso, per ridurre i consumi di detergenti derivati dal petrolio.)
Inoltre, il Comune potrebbe prevedere criteri ambientali e di prevenzione dei rifiuti nei bandi di gara e nei contratti per le forniture, anche tramite il portale www.acquistiverdi.it.
Per fare altri esempi, l’Ente potrebbe acquistare le matite ecologiche realizzate in cartoncino riciclato e grafite senza piombo, oppure Perpetua, la matita interamente in grafite realizzata per l’80% con materiale recuperato dalla produzione degli elettrodi. Potrebbe anche aderire al progetto BiC-TerraCycle per i prodotti di scrittura, un programma che permette di raccogliere e spedire gratuitamente gli articoli di scrittura e correzione esauriti, affinché vengano riciclati e trasformati in nuovi prodotti ecologici.
Domande e proposte potrebbero continuare, ma ci fermiamo qui. Proseguiremo nei prossimi comunicati stampa.

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