martedì 2 luglio 2013

I «MOSTRI» IN RIVA AL MARE CEMENTO E INFRAZIONI IN AUMENTO LUNGO LA COSTA, I NUMERI DI LEGAMBIENTE LAZIO

I «MOSTRI» IN RIVA AL MARE CEMENTO E INFRAZIONI IN AUMENTO LUNGO LA COSTA, I NUMERI DI LEGAMBIENTE LAZIO


È un mare martoriato, insieme alla costa, quello fotografato da Legambiente per l’ultimo dossier «Mare Monstrum» relativo alle illegalità commesse; esattamente 2,9 ogni chilometro di litorale laziale, con un incremento del 59,3% nel 2012 (1.050 i casi in totale). Il peso più importante se lo porta dietro l’abusivismo edilizio in aree demaniali per il quale il Lazio è ottavo nella «speciale» classifica nazionale. Certamente il cemento illegale ha legami profondi e accertati con la presenza della criminalità organizzata in questa provincia. E infatti, come ricorda anche il presidente di Legambiente, Lorenzo Parlati, «secondo la Procura Nazionale Antimafia, la provincia di Latina sarebbe quella che nel Lazio è più interessata da fenomeni criminali con ben 253 beni sequestrati e 123 confiscati, per un valore complessivo di 280 milioni di euro». L’abusivismo edilizio ha un ruolo in questa scenario, specie nelle aree di maggiore pregio e come tali sotto tutela. Nel rapporto di Legambiente c’è anche l’elenco dei «mostri» sequestrati negli ultimi mesi: villa con piscina e pertinenze sul lungomare di Vindicio a Formia costruita a ridosso di un complesso archeologico; dieci ville plurifamiliari nel Parco del Circeo; l’ex fabbrica Desco di Terracina, (poi dissequestrata); gli abusi nell’Hotel Grotta di Tiberio a Sperlonga, di cui è contitolare il presidente dell’amministrazione provinciale, Cusani; Villa Fendi a Sabaudia; gli abusi nel camping Sant’Anastasia a Fondi; l’abuso contestato al giornalista Bruno Vespa a Ponza... «Nel Lazio - sottolinea Parlati - crescono in modo incredibile le infrazioni sul mare e sulle coste, attaccate sul fronte dell’abusivismo, della pesca illegale, della navigazione fuorilegge. I numeri aumentano in modo davvero preoccupante, addirittura quasi del 60%, da un lato di certo per il buon lavoro delle forze dell’ordine e delle Procure ma anche perché si continua a pensare che il mare è una risorsa da sfruttare fino allo stremo. Servono allora nuove politiche regionali per tutelare una delle risorse più importanti sul fronte ambientale e anche su quello economico. Ci aspettiamo si riavvii la discussione sul piano delle coste e della tutela delle acque».

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