martedì 2 luglio 2013

SCHELETRI DI SAN FELICE CIRCEO ICONE DELL’ABUSIVISMO.

SCHELETRI DI SAN FELICE CIRCEO ICONE DELL’ABUSIVISMO. I RITARDI NELLA DEMOLIZIONE A QUARTO CALDO NEL DOSSIER MARE NOSTRUM DI LEGAMBIENTE
di Federico Domenichelli

Passato quasi un anno dall’avvio degli abbattimenti degli scheletri di Quarto Caldo, ma il lavoro delle ruspe s’è fermato ben presto. E oggi, a otto mesi dall’inizio di quelle demolizioni, la testimonianza del «Sacco del Circeo» torna alla ribalta delle cronache nazionali. I celebri scheletri sono stati inseriti infatti all’interno del rapporto «Mare monstrum» presentato ieri a Roma da Legambiente. La maxi lottizzazione di Quarto Caldo, immersa nel Parco Nazionale del Circeo, figura tra i cinque reati ambientali più gravi, ovviamente in materia di abusivismo, consumati su spiagge o coste rocciose a ridosso del mare. E a San Felice c’è l’aggravante di aver deturpato con oltre 25.000 metri cubi di cemento un’area di enorme pregio naturalistico, ricadendo nel comprensorio del Parco Nazionale. Dopo una querelle giudiziaria durata quasi quarant’anni, a ottobre sembrava che la storia degli scheletri di Quarto Caldo fosse sul punto di concludersi. Invece no. Le ruspe hanno abbattuto solo una parte delle strutture incomplete di cemento e tutto, solamente dopo qualche settimana di lavoro, s’è fermato un’altra volta. E il motivo è sempre lo stesso: intoppi burocratici. Dapprima gli uffici competenti del Comune di San Felice Circeo non avevano redatto il primo stato d’avanzamento lavori; poi, con enorme ritardo, alla fine questo documento è uscito fuori. Ma le demolizioni ancora non riprendono. Pare che infatti i soldi per pagare questa prima tranche di lavori non siano ancora arrivati all’ente di piazza Lanzuisi. Già, perché a finanziare l’opera sarà per intero il Parco Nazionale del Circeo, ente che, grazie ad un fondo ministeriale di 250.000 euro, riuscirà a coprire le spese di tutte le demolizioni (sempre che questa vengano poi portate a termine). L’assessore ai Lavori Pubblici Corrado Capponi, interpellato nei giorni scorsi in merito alle opere da realizzarsi in breve termine ed ovviamente anche attorno alle demolizioni di Quarto Caldo, ha rassicurato che gli abbattimento dovrebbero riprendere al più presto. Anche perché fino ad allora San Felice Circeo avrà da una parte il primato per la pulizia delle acque marine e le bellezze naturalistiche, mentre dall’altra continuerà ad essere citato a livello nazionale (e non solo) per gli scempi ambientali ed il cemento illegale che deturpano il Parco.

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