lunedì 6 febbraio 2017

Raggi, bufera su caso polizze: “Non mi dimetto”

 Raggi, bufera su caso polizze: “Non mi dimetto”

Sarebbero due le assicurazioni donate dall’ex capo segreteria politica Romeo. Lei: “Non sapevo nulla”. Per la procura non c'è reato


«Mi sento ancora nel Movimento e non penso affatto alle dimissioni», così Virginia Raggi aveva allontanato le voci di un passo indietro. Dichiarazioni arrivate il giorno dopo l'interrogatorio-fiume nell'ambito dell'inchiesta sulla nomina del fratello di Raffaele Marra che la vede indagata per falso e abuso e dopo che è emersa la notizia di una polizza vita, poi rivelatesi due, stipulate a suo beneficio da Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica del sindaco.
Due polizze. Procura: “Non c’è reato”
Da quanto si apprende, le due polizze da investimento stipulate da Salvatore Romeo per Virginia Raggi non presuppongo la controfirma del beneficiario; la prima, da 30mila euro e fatta nel gennaio 2016 è priva di scadenza, l'altra da 3mila euro scade nel 2019. Per gli inquirenti non costituirebbero un fatto penalmente rilevante perché non emergerebbe alcuna utilità corruttiva. Secondo quanto appreso nelle ultime ore, in una delle polizze stipulate in favore del primo cittadino di Roma, la causale riporterebbe “motivi affettivi”.

“Ho la fiducia del Movimento”. La battuta di Grillo
«Non ne sapevo nulla» insiste la Raggi. E a chi le chiede se si sente come l'ex ministro Scajola per le polizze a "sua insaputa", replica: «Possono essere fatte senza che il beneficiario lo sappia». Quanto al rapporto col M5S, spiega di avere ancora la fiducia del Movimento e aggiunge: «Ho sentito Grillo, mi ha detto che farà polizze per tutti». In difesa della Raggi anche l'ex vicesindaco Daniele Frongia: «Delle polizze di Salvatore Romeo con più beneficiari non ne sapevo nulla, come non ne era a conoscenza la sindaca».
La versione di Romeo: "Polizza per stima, nessuna relazione"
Salvatore Romeo, con un lungo post sulla sua pagina Facebook, fornisce la sua versione. Ho scelto Virginia Raggi come beneficiaria di una polizza vita "per una grande stima e amicizia", spiega l'ex capo della segreteria Raggi. «Ho stipulato diverse polizze vita perché offrivano un rendimento certo e anche la possibilità di incassare il capitale con un riscatto totale o parziale in caso ne abbia bisogno. Questi prodotti finanziari prevedono l'indicazione di un beneficiario terzo in caso di morte del contraente. Quindi, solo in caso di mia morte, eventualità su cui certamente non ho scommesso, il capitale andrebbe all'eventuale beneficiario. Non avendo moglie né figli, ho indicato fra i beneficiari, sempre e solo in caso di mia morte, le persone che più stimo». Nella sua versione della vicenda Romeo ribadisce infine che «non c'è stata e non c'è alcuna relazione fra me e Virginia Raggi. Di conseguenza - conclude - procederò legalmente contro chiunque riporti i fatti in maniera distorta o diversa da quanto sto dichiarando». Negli ultimi quattro anni, secondo L'Espresso e Il Fatto Quotidiano, Romeo avrebbe investito circa 100 mila euro su una decina di polizze vita: tra i beneficiari, oltre ai parenti, anche attivisti del M5S. Una conferma arriva anche dall’ex pentastellata Alessandra Bonaccorsi: «Con Salvatore Romeo avevo una relazione e mi regalò una polizza sulla vita». L’ex M5S racconta che un giorno Romeo si presentò con dei documenti dicendole che avrebbe incassato 10mila in caso lui fosse morto: «Più che generoso, diciamo che si rendeva conto di essere solo. Non è sposato, non ha figli. A 50 anni aveva accumulato un piccolo patrimonio e, nel caso gli fosse capitato qualcosa, voleva lasciarne una parte agli amici».

Raggi: "Pronta a querele"
«Non ho ricevuto un solo euro, sono pronta a querelare». E poi «basta gossip, sono sindaca di una capitale che deve rinascere». Virginia Raggi affida a un post su Facebook la sua reazione agli attacchi. «Sono diventata sindaco perché i romani hanno creduto nel programma del M5S, la prossima settimana inizierà il piano antibuche che sarà solo il primo di una serie di interventi per sistemare Roma».

L’attacco del Pd
Duro, invece, l'attacco del Pd nei confronti del primo cittadino della capitale. «Il sindaco Raggi valuti se è in grado di governare la città - ha detto la capogruppo dem in Campidoglio Michela Di Biase - Chiediamo che in ogni caso Raggi venga in Aula a spiegare». «La battuta con cui Virginia Raggi ha evitato di rispondere nel merito sulla vicenda della polizza è grave. Più polizze per tutti? È la sindaca di Roma: crediamo che, invece di fare battute, sia opportuno un suo chiarimento nell'Aula del Campidoglio», ha aggiunto la senatrice del Pd Monica Cirinnà. La consigliera comunale Valeria Baglio rincara: «Per una volta d'accordo con Marco Travaglio: Raggi venga in Consiglio a spiegare o si dimetta! Ci vorranno meno di 8 ore, promesso». Attacca anche la senatrice Camilla Fabbri, che chiede ai vertici del Movimento «da Grillo a Di Maio, senza scordare il loquace Di Battista» di dare «un chiaro segnale, dicendo magari qualcosa sull'argomento». Secondo l’onorevole Pd Ileana Argentin, «i cittadini romani si sentono sempre più soli» e Roma «oltre a essere immobilizzata ormai da mesi, è allo sbando per le disavventure di una sindaca distratta dai suoi problemi».

Gasparri: “Ridicola ma vada avanti”
«In un mondo normale una persona ridicola come Virginia Raggi si dovrebbe dimettere per l'assoluta incapacità. Ciò a prescindere da eventuali responsabilità penali nelle varie vicende Marra, Romeo, promozioni clientelari, polizze e quant'altro - ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri - Roma sta precipitando per colpa dei grillini. Ma è bene che la Raggi vada avanti. Che Grillo, Casaleggio e tutta la compagnia cantante la sostengano. L'Italia deve capire che quella dei grillini non è un'alternativa. Vai avanti Raggi! Dimostra a tutti che i grillini sono il nulla». Sulla vicenda è intervenuta anche la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: «Non so quale possa essere la spiegazione ma nella migliore delle ipotesi il sindaco Raggi ha nominato come suo capo segreteria un folle stipulatore seriale di polizze vite all'insaputa dei beneficiari, dopo aver già nominato Marra ai vertici del Campidoglio. Una cosa è certa: il movimento 5 stelle non sa scegliere i propri collaboratori. Se non c'è qualcosa di peggio».

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