lunedì 11 agosto 2014

UNA PISCINA A TUTTI I COSTI

UNA PISCINA A TUTTI I COSTI, QUATTRO VIOLAZIONI DI SIGILLI IN TRE MESI. ABUSIVISMO REITERATO SULLA SCOGLIERA DI QUARTO CALDO A SAN FELICE CIRCEO

di Rita Cammarone

Bancarotta fraudolenta a Roma, abusivismo edilizio al Circeo. Un’altra tegola giudiziaria sulla famiglia Capriotti.
Piscina e chalet
Un peso da 140 tonnellate, piscina a forma di barca, che rischia di franare a mare e uno chalet in legno canadese da favola immerso nella macchia mediterranea. In tutto nella mancanza di autorizzazioni e nella violazione continua dei vincoli integrali del Parco Nazionale del Circeo. Sono queste le dimensioni dell’abusivismo edilizio, reiterato, scoperto dagli agenti della Guardia Forestale dello Stato sul promontorio, nella bellissima residenza di via Grotta delle Capre di proprietà della madre di Angelo e Roberto Capriotti, arrestati giovedì scorso insieme al padre Enzo, per una bancarotta fraudolenta da 15 milioni di euro.
Quattro violazioni di sigilli
La piscina era stata sequestrata lo scorso 19 marzo. Poi la signora Teresa M., denunciata insieme al realizzatore dell’opera, L. M. di Mirano (Venezia) che lavora a Fiumicino presso i cantieri navali, e a due operi polacchi, ha chiesto il dissequestro alla Procura per il ripristino di una precedente cisterna. Solo che il dissequestro non sarebbe servito a riportare la legalità all’interno della villa ma a proseguire i lavori per finire la piscina per l’estate. Sono i primi giorni di giugno quando i forestali della stazione di Sabaudia, diretta dall’ispettore Benedetto Rubeis, tornano in via Grotta delle Capre: davanti ai lori occhi non trovano nessuna cisterna; ad una cinquantina di metri dalla scogliera c’è la piscina sequestrata a marzo, dalla lunghezza di 14 metri, che inizia a prendere la forma di uno scafo interrato. Scattano i sigilli. Il 25 giugno nuovo sopralluogo della Forestale: violazione dei sigilli e continuazione dei lavori abusivi in zona sottoposta a vincolo, con conseguente danno ambientale. La segnalazione alla procura è d’obbligo. Deferiti di nuovo Teresa M, L. M., nel frattempo nominato custode giudiziario della piscina, e gli operai stranieri. Stessa scena, stesse conclusioni nelle “visite” del 14 e 23 luglio e del 4 agosto. Quattro deferimenti per violazione di sigilli a carico della stessa proprietaria, del custode, degli operai, due polacchi e un rumeno.
Una costruzione pericolosa
A loro carico anche una segnalazione, effettuata sia al Comune di San Felice Circeo che alla Procura sulla potenziale pericolosità della piscina: una stazza da 140 tonnellate realizzata, non solo abusivamente, ma senza alcun progetto, su un pendio a pochi passi dalla scogliera piuttosto frequentata. I forestali hanno espresso preoccupazioni per la tenuta del costone, zona a tutela integrale, sottoposta a vincoli idrogeologici e sismici. Insomma, una piscina abusiva e pericolosa per la pubblica incolumità.
Sequestro bis per lo chalet

Nel corso dei ripetuti sopralluoghi gli agenti della Guardia Forestale si sono accorti che lo chalet in legno canadese, sequestrato nel 2010, è stato ultimato e reso abitabile con tanto di mobili all’interno. Un piccolo e grazioso gioiello nel giardino della villa. Tutto rigorosamente abusivo. All’epoca del primo sequestro erano stati denunciati sempre la signora Teresa M, in qualità di proprietaria, e il figlio Angelo, che risultò acquirente del prefabbricato in un noto esercizio di Latina. Angelo Capriotti all’epoca fu nominato custode giudiziario della piccola struttura. Ora, già agli arresti per bancarotta, è stato denunciato anche per violazione dei sigilli insieme alla madre. Alla Guardia Forestale non è rimasto altro da fare che apporre nuovi sigilli anche allo chalet. I componenti della famiglia Capriotti sono noti imprenditori operanti nel settore edile, in ambito nazionale e internazionale, anche attraverso rilevanti commesse pubbliche. Si spera che almeno nella realizzazione di queste ultime siano stati più accorti almeno in termini di sicurezza dell’ultima opera, la piscina, realizzata all’interno della loro proprietà, o meglio della società finanziaria, che concede mutui e prestiti, a cui è intestato il tutto.

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