venerdì 15 luglio 2016

Tragedia in Puglia


La notizia del giorno

Delrio in Aula: "Sistema blocco telefonico è a rischio"

Il giorno dopo la tragedia in Puglia, si indaga sulle cause dello scontro. Sotto accusa la mancanza di blocchi automatici sulla tratta. Recuperate le scatole nere. Ministro dei Trasporti: “Governo stanzierà 1,8 miliardi”. Aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio plurimo colposo e disastro ferroviario. Prefetto di Andria: “23 salme ricomposte, 27 i reclamati“. Iniziato l’iter del riconoscimento. Tensione fra i parenti: “Fateci entrare”


Una tragedia terribile e forse evitabile. 24 ore dopo il drammatico scontro fra i due treni nella tratta fra Corato e Andria adesso è il momento delle indagini. Mentre i soccorritori proseguono senza sosta nella speranza di poter ritrovare ancora qualche ferito incastrato fra le lamiere dei due convogli, si sarebbe arrestato a 23 morti il bilancio dello scontro. Morto anche uno dei macchinisti, l'altro è in gravi condizioni. Un numero ancora in definizione, sia per la presenza di ferite, 4 in gravissime condizioni, sia per la dinamica dell'incidente, che rende difficile la ricostruzione dei corpi delle vittime. Ed il governatore della Puglia Michele Emiliano ha corretto verso il basso il precedente bilancio della strage, che parlava di 27 vittime. «Le vittime sono 23 - ha detto il governatore pugliese, specificando che - abbiamo una salma che non viene rivendicata da nessuno». "Tutti i famigliari che hanno denunciato uno scomparso - è stato poi spiegato - hanno avuto il corrispettivo identificativo". I feriti dello scontro sono invece 51, di cui 24 sono ancora ricoverati, otto dei quali in prognosi riservata. Si indaga per omicidio colposo plurimo mentre sono state recuperate le due scatole nere.
Le ricerche nella notte
Sono andati avanti per tutta la notte i lavori attorno ai resti dei convogli, in un tratto in cui la ferrovia è a binario unico. Una cinquantina di vigili del fuoco, assieme agli altri soccorritori, hanno continuato a tagliare e spostare le lamiere contorte dei due convogli alla ricerca di eventuali dispersi: un lavoro, ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco di Bari Curzio, ancora lungo.
Si indaga sulle cause
Intanto si indaga sulle cause del drammatico scontro. Secondo unaa prima ricostruzione sembrerebbe che mancassero i sistemi automatici di supervisione della linea, ma ci fosse solo il sistema di segnalazione telefonico. La procura di Trani ha aperto un fascicolo, al momento ancora a carico di ignoti, per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. I pm hanno poi intenzione anche indagare sui ritardi nei lavori per il raddoppio della linea. Le indagini
Forse errore umano
E mentre viene stabilito il pool di magistrati che coordinerà le indagini, si fa spazio l'ipotesi di un errore umano, anche se per il momento non si escludono tutte le altre ipotesi, compresa quella del guasto. Intanto emerge un particolare: erano due i treni delle Ferrovie del Nord Barese provenienti da Corato e diretti verso nord e uno di questi due convogli viaggiava con qualche minuto di ritardo: questa circostanza potrebbe aver indotto il capostazione di Andria a dare il via libera al treno fermo in stazione. Il convoglio, circa dieci minuti dopo la partenza da Andria, si è scontrato con il treno proveniente da Corato. Ulteriori dettagli emergeranno dall'esame delle scatole nere. Sono stati inoltre acquisiti i registri delle stazioni di Andria e Corato, i filmati delle telecamere lungo la linea e le comunicazioni telefoniche, trascritte nei fonogramma, tra i capistazione dei due scali.
Il mancato ammodernamento della linea sotto accusa
L'indagine dovrà accertare non solo chi ha sbagliato, ma se chi ha sbagliato è caduto in errore da solo o se è stato indotto in errore da altri. Dovrà poi verificare l'adeguatezza del sistema di controllo rispetto alle norme in vigore, e i tempi del raddoppio della tratta e di ammodernamento del sistema di controllo del traffico. Sotto accusa viene messa la linea unica. E c'è chi punta il dito contro la mancanza di sistemi automatici di supervisione della linea ferroviaria: in quella tratta, infatti, viene ancora usato il cosiddetto 'blocco telefonico', cioè la comunicazione telefonica del via libera sul binario unico. I due convogli erano ultramoderni, uno del 2005 e l'altro del 2009, dotati di sistemi frenanti efficienti. Dal 2008 era previsto il raddoppio del binario, finanziato dallo stanziamento dei fondi europei. Ma di quei fondi si è persa la destinazione ed i ritardi accumulati sono stati tali da dilatare i tempi fino a oggi.
Delrio: “Blocco “telefonico a rischio”
«La sicurezza della tratta coinvolta dall'incidente è regolata tramite consenso telefonico che lascia interamente all'uomo la gestione ed è tra i sistemi meno evoluti e più a rischio di regolazione della circolazione ferroviaria», ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, nella sua informativa alla Camera sullo scontro tra treni in Puglia. In seguito all'incidente intanto il governo ha deciso di stanziare ulteriori 1,8 miliardi di investimenti per le reti regionali non di competenza nazionale.
In Italia il 60% della tratta a binario unico
L’incidente in Puglia riaccende la polemica delle tratte a binario unico, dove in caso di errore, umano o tecnico, lo scontro è quasi inevitabile. In Italia circa il 60% della rete ferroviaria totale è a binario unico, gestita in parte da RFI, società del gruppo pubblico delle Ferrovie dello Stato, e in parte da una trentina di società locali facenti capo o ad una regione o ad aziende private, come nel caso della società che amministra la tratta  Bari-Barletta. Nella rete gestita da RFI-FS oltre 16.000 chilometri sono a binario unico, circa il 55% del totale, ma la tratta è dotata di un costosissimo sistema di blocco automatico che, se due treni si trovano sulla stessa tratta, ferma i convogli senza che vi sia l’intervento del macchinista o del capostazione. Diversa la situazione a livello locale, dove su circa 3.000 chilometri di tratte gestite, il 90% è a binario unico. Sotto accusa, però, non tanto il binario unico, quanto il sistema di comunicazione e sicurezza che, come nel caso pugliese, è affidato ancora al blocco telefonico, ovvero allo scambio di messaggi fra i capistazione.
Le immagini dall'alto
"Come uno schianto aereo", l'ha definito il sindaco di Corato. E le immagini dall'elicottero testimoniano la gravità dell'incidente.

 
La rabbia dei parenti
All'istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari alcuni parenti volevano entrare ma il personale ha chiesto di fare entrare solo due congiunti. "Dobbiamo vedere i nostri cari che sono morti - hanno urlato i parenti spingendo per entrare - dobbiamo stare tutti vicini". A quel punto il personale ha provato a chiudere le porte ma appena una delle ante è stata socchiusa, molte persone hanno urlato "vergogna", e in lacrime hanno detto "non è possibile essere trattati così, abbiamo i nostro morti là dentro". Poco dopo la situazione è tornata alla normalità e le porte sono rimaste aperte. Tra i parenti in attesa anche il cognato della mamma di Francesco Tedone, 19 anni, morto nel violento impatto: "Stava tornando a casa - dice - era andato a trovare un'amica".

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