mercoledì 1 giugno 2016

Il cardinale Bagnasco baby pensionato d'oro: 4mila euro per 3 anni da cappellano

Il cardinale Bagnasco baby pensionato d'oro: 4mila euro per 3 anni da cappellano

Per il Giornale l'ecclesiastico percepirebbe la pensione per il periodo 2003-2006 in cui è stato arcivescovo ordinario militare. Ma sono 160 i religiosi con assegno

Il cardinale Angelo Bagnasco con la croce
Il cardinale Angelo Bagnasco
Redazione Tiscali
C‘è un baby pensionato di lusso in tonaca color porpora: il cardinale Angelo Bagnasco. Lo riferisce il Giornale fornendo i dettagli: "l’ecclesiastico percepisce una pensione di quasi 4mila euro lordi per i tre anni, dal 2003 al 2006, in cui è stato anche arcivescovo ordinario militare", in pratica reggente della diocesi e per legge equiparato ad un generale di corpo d'armata.
A quanto sembra – secondo il quotidiano – Oltretevere fatica a passare l’invito alla povertà fatto alla sua Chiesa da Papa Francesco. Pensioni e stipendi dei cappellani militari, dei semplici sacerdoti ma soprattutto dei vescovi che comandano, toccano la cifra di 15 milioni di euro all’anno, stando a quanto pubblicato dall’Espresso.
Il clero ha la scuola allievi cappellani che fa parte dell’ordinariato militare e – secondo quanto riporta il Giornale - "solo gli uffici centrali pesano per 2 milioni di euro sul bilancio del ministero della Difesa”.

I baby pensionati del Vaticano incidono sulle casse dello Stato.

“Il ruolo di reggente della diocesi comporterebbe circa 190mila euro lordi di stipendio all’anno". Come succede per monsignor Vincenzo Pelvi. La pensione invece è di oltre 4mila euro lordi al mese. Angelo Bagnasco “prende di meno perché non ha 20 anni di servizio, ma al compimento dei 63 anni ha avuto comunque diritto a un vitalizio sostanzioso. La stessa cosa accade per i tre monsignori-generali che l’hanno preceduto: Gaetano Bonicelli (7 anni di contributi), Giovanni Marra e Giuseppe Mani (8 anni).

L'interrogazione dei radicali

Furono i radicali con Maurizio Turco a presentare una interrogazione all’allora ministro della Difesa del governo Monti Giampaolo Di Paola. L'Inpdap, come scrive il Messaggero, per la verità non riesce nemmeno a dire esattamente a quanto ammonti la spesa per questi vitalizi, che sono conteggiati nel totale delle spese militari. "Rosari, Bibbia, confessioni e mitragliette finiscono nello stesso grande calderone del bilancio militare", ribadisce il Giornale. Sono 160 i religiosi interessati a un assegno, di cui 16 graduati, e la spesa comunque dovrebbe aggirarsi sui 43mila euro lordi all’anno per ognuno. A questi vanno aggiunti i 184 cappellani in attività che costano 8,6 milioni di euro. Si arriva a circa 15 milioni con i vescovi. Tanto costerebbe "l'assistenza spirituale alle forze armate".

Un operaio ne prende al massimo 1200 al mese

Per avere un’idea di cosa significa basti tener conto che un appartenente alla tanto discussa casta dei parlamentari (deputati) prende 2.200 euro dopo una legislatura al compimento dei 65 anni. E ancor di più: un operaio dopo una vita di lavoro prende – quando è fortunato –1.200 euro.

Il governo annuncia di volerli tagliare ma sono ancora 180

“Il governo annuncia di voler tagliare 30-40mila posti tra militari e civili al ministero della Difesa – fa notare l’Espresso riportando il pensiero di Luca Commellini, del partito per la tutela dei diritti dei militari – ma i cappellani dovevano scendere a 116 e invece superano ancora i 180”. Di questi tempi si tratta di una situazione che probabilmente crea più di un imbarazzo anche allo stesso Vaticano

Nessun commento:

Posta un commento