venerdì 19 settembre 2014

Settimana della Mobilità Sostenibile

Settimana della Mobilità Sostenibile, per il Terracina Social Forum in città manca una programmazione vera

Mobilità sostenibileIl 16 settembre è iniziata la Settimana europea della mobilità sostenibile, promossa dalla Commissione Europea.
L’obiettivo dell’edizione di quest’anno è attuare iniziative e progetti per la riduzione, da parte dei cittadini, dell’utilizzo dell’auto privata.
Il Comune di Terracina ha aderito.
Prima di tutto, andiamo ad analizzare il metodo di lavoro adottato.
Esattamente com’è successo l’anno scorso con il precedente assessore comunale, l’attuale assessore alla Mobilità, Viabilità e Trasporti si è rivolto alla società civile per sapere che cosa fare nel settore di sua competenza.
A questo punto sorgono spontanee due domande-deduzioni, una buonista ed una un po’ meno.
Domanda-deduzione buonista: all’interno della classe politica terracinese l’Assessorato ai Trasporti è considerato una “poltrona” residuale, per cui chi va a ricoprire quel ruolo ha per forza bisogno dei suggerimenti delle associazioni per imbastire un minimo di politica della viabilità?
Domanda-deduzione meno buonista: il discorso appena fatto vale per tutti gli Assessorati? L’importante è SOLO impossessarsi delle poltrone? Dov’è la progettualità e la capacità di programmazione della classe politica terracinese?
Di fronte alla richiesta di aiuto da parte dell’assessore, buona parte della società civile ha aderito prontamente.
Risultati?
1) La società civile ha tolto le castagne dal fuoco all’assessore.
2) Si è realizzato un programma di iniziative dettato dalla logica degli eventi. Pare di essere tornati ai tempi della Protezione Civile di bertolasiana memoria: il rilancio economico del Paese si attua con gli eventi, il Dipartimento può operare in deroga alle normative vigenti e tutto può diventare un evento.
Non è questa, a nostro avviso, la logica giusta.
Prima di tutto, la società civile non dovrebbe inseguire l’Amministrazione, facendosi dettare i tempi ed i progetti da quest’ultima, ma dovrebbe avvenire esattamente il contrario. Oppure, l’Amministrazione dovrebbe presentare un progetto già ampiamente delineato e poi chiedere l’aiuto in fase di attuazione alla società civile. Di conseguenza, aiuto della società civile in fase esecutiva, non in fase progettuale.
In secondo luogo, per la mobilità occorre una programmazione vera.
In terzo luogo, con la logica degli eventi mancano totalmente quelle che, anni fa, venivano chiamate “riforme strutturali”.
Dove sono le riforme strutturali nel settore dei trasporti e della mobilità a Terracina?
Dov’è, ad esempio, l’intermodalità dei trasporti?
Dove sono le iniziative ed i progetti che, CONCRETAMENTE, possano migliorare sensibilmente e nettamente la qualità della vita dei cittadini?
Facciamo solo un esempio: il car sharing.
I benefici sarebbero innumerevoli.
Prima di tutto, notevoli risparmi per i cittadini, perché non dovrebbero più sostenere costi fissi come l’assicurazione auto, il bollo, la manutenzione, l’acquisto di carburante, le spese per la revisione.
In secondo luogo, ne beneficerebbe l’ambiente, da vari punti di vista. Circolerebbero meno auto, diventerebbe più facile trovare parcheggio, ci sarebbero meno auto da rottamare a fine vita (il fluff, il rifiuto che residua dalla rottamazione, è pericolosissimo per l’ambiente e per la salute).
Ne beneficerebbe l’economia generale. Lo sanno tutti che nel nostro Paese (ma non solo in Italia) si sta registrando un crollo pauroso di immatricolazioni di nuove auto. Come stanno reagendo a questa crisi le case automobilistiche? Spingendo a più non posso sul car sharing.
Infine, circolando meno auto, ci sarebbero notevoli benefici per la salute, non solo in termini di minore inquinamento da gas di scarico, ma anche in termini di minori incidenti stradali.
Di conseguenza, che cosa aspetta il Comune di Terracina ad attivare il servizio di car sharing?
Terracina, tra l’altro, è suddivisa in varie frazioni, con un traffico giornaliero notevole di persone che si recano a lavorare al centro (oppure alla stazione ferroviaria per andare nella Capitale).
E tra quei “pendolari” ci sono anche tantissimi indiani che percorrono in bicicletta, con considerevoli rischi per la loro incolumità fisica, strade pericolose come le Migliare o la Pontina, per recarsi a lavorare nei campi o nelle serre.
Quante vite di braccianti indiani si potrebbero salvare con l’attivazione del car sharing?

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