venerdì 22 aprile 2016

Prince è morto

Prince è morto: trovato in ascensore e «ricoverato per overdose d’oppiacei » 

S’infittisce il giallo sulla morte di Prince, il grande cantante afroamericano, scomparso giovedì nei suoi studi di Minneapolis e trovato morto all’interno di un ascensore. Una settimana fa l’artista sarebbe stato ricoverato in ospedale per una overdose di oppiacei e non per una banale influenza come invece dichiarato dal suo manager. Lo sostiene Tmz, il sito che per primo ha dato la notizia della morte della popstar.
Il ricovero del 15 aprile scorso
Il ricovero di cui si parla risale al 15 aprile scorso, quando l’aereo privato di Prince fece un atterraggio d’emergenza in Illinois, di ritorno da un concerto ad Atlanta, e l’artista fu ricoverato d’urgenza. Lo stesso Tmz in quell’occasione parlò, citando il suo manager, di un ricovero di qualche ora dovuto al peggioramento di un’influenza con la quale Prince era alle prese da qualche giorno. Invece, sostiene il sito di gossip, Prince fu sottoposto ad un trattamento urgente (tecnicamente il «save shot») per una overdose da oppiacei. I medici avrebbero voluto trattenerlo in ospedale per qualche giorno, sostiene ancora Tmz, ma non essendo disponibile una stanza privata l’entourage del cantante ha chiesto di farlo dimettere.
In attesa dell’autopsia
Le cause della morte dell’artista saranno appurate dopo l’autopsia. La salma è già nell’istituto di medicina legale: i risultati preliminari potrebbero arrivare nel giro di qualche giorno, ma le prove tossicologiche richiederanno varie settimane. Figura indiscutibile del panorama musicale dell’ultimo mezzo secolo, Prince è stato ritrovato morto in uno degli ascensori degli studiosi Paisley Park a Chanhassen, la sua residenza vicino la città di Minneapolis.
La scomparsa della ex compagna
Tra i misteri, le ambiguità e le coincidenze della vita e della morte di Prince, c’è anche quella della scomparsa della sua ex compagna Vanity, avvenuta appena due mesi fa, il 16 febbraio scorso, alla sua stessa età, 57 anni. La cantante, leader delle Vanity6, al secolo Denise Katrina Matthews, era morta in un ospedale della California a causa di un’insufficienza renale. Da tempo combatteva con una grave e rara malattia, la peritonite sclerosante incapsulante, ma i suoi problemi di salute erano legati soprattutto dall’ abuso di stupefacenti, soprattutto crack. Dopo un ricovero d’urgenza all’ospedale di Los Angeles, Vanity aveva abbandonato le scene e intrapreso un cammino spirituale. Nel 1994 aveva aderito alla setta dei «cristiani rinati» e aveva lasciato il mondo dello spettacolo, dedicandosi all’attività di predicatrice, proseguita fino al definitivo aggravarsi delle sue condizioni di salute.

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